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Cultura d'Impresa » ll coaching è un'opportunità
mercoledì 04 febbraio 13:06 − Articolo letto 1137 volte
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Nato in America 15 anni fa, il coaching vanta attualmente nel mondo oltre 20.000 professionisti in grado di soddisfare le esigenze di tutte quelle aziende che vogliono raggiungere e mantenere il successo. In un periodo di continui cambiamenti è logico pensare che le strutture lavorative si evolvano, così come gli obiettivi delle persone, fino a rendere necessario l'uso di una strategia di sostegno per raggiungere nuovi skill. Ne parliamo con Giovanna D'Alessio, presidente della Federazione Italiana Coach (Fic) di Roma.

Signora D'Alessio, può spiegarci cos'è il coaching?
È un rapporto di partnership tra un professionista coach e un cliente dove quest'ultimo viene aiutato a raggiungere i propri obiettivi in ambito sia professionale sia personale. Un po' come succede nel coaching sportivo, anche se non vi è competizione. Nel coaching professionale, attraverso l'attività svolta dal coach, il cliente ottimizza le proprie performance lavorative, raggiunge il proprio benessere economico oltreché migliorare il proprio equilibrio personale.

Quali sono le garanzie offerte?
È difficile definire delle garanzie. La responsabilità della buona riuscita è del cliente: è lui che deve raggiungere il suo obiettivo. Il coach fornisce tutti gli strumenti e opera nel modo migliore affiché ciò avvenga. Posso comunque confermare che nella maggior parte dei casi i traguardi vengono raggiunti.

Chi è il cliente tipo?
Si rivolgono a un coach sia aziende sia singoli committenti. Nel primo caso il cliente finale è mediamente un uomo-manager. Nella seconda ipotesi, in base alla mia esperienza, sono le donne che rappresentano maggiormente il target di riferimento. Normalmente sono persone che decidono di cambiare nel lavoro o nella vita privata. Mi ,è capitato in passato dì lavorare con clienti consci di aver preso nella vita delle decisioni su aspettative di altri. In alcuni casi le scelte fondamentali, quali, per esempio, la carriera oppure gli studi, vengono influenzate, infatti, da persone o fatti estranei. Avendo la consapevolezza di tutto ciò, queste persone sono riuscite a cambiare raggiungendo quello che veramente volevano.

Questi disagi sono il risultato di una società che crea debolezze negli esseri umani?
Oggi siamo consapevoli di essere in qualche modo maggiormente responsabili della nostra vita. Le persone che si rivolgono a un coach non hanno dei problemi esistenziali, vogliono soltanto raggiungere maggiori risultati nell'area della carriera, dei propri skill professionali e anche nel proprio equilibrio tra vita privata e lavorativa. Il coaching non nasce da un problema ma da un'opportunità.

Com'è cambiato il mondo del lavoro?
Oggi le aziende si trovano a fronteggiare delle sfide. Devono rispondere agli stimoli del mercato in modo tempestivo. La competizione è aumenta
è
ta: anni fa le imprese avevano un unico core business, mentre ora sono sempre alla ricerca di nuovi business, nuovi mercati. Il raggiungimento e il mantenimento di performance molto alte portano l'azienda a "stritolare" la risorsa umana. Nonostante il mercato del lavoro sia contratto, ci sono molte aziende che hanno percentuali di turn over elevate. La gente non ce la fa più e questo malumore costituisce una perdita per le aziende. Occorre trovare un sistema equilibrato per aumentare la produttività delle aziende e allo stesso tempo aumentare la capacità produttiva delle singole persone.
La Federazione Itaîiana Coach è un'organizzazione professionale no profit. Quali sono gli standard professionali e le norme etiche dell'associazione?
La federazione italiana aderisce agli standard etici di condotta stabiliti dall'associazione internazionale (International Coach Federation). Un coach professionista deve seguire, dunque, delle linee di condotta etiche e morali che prevedono degli obblighi sia verso i clienti sia verso i colleghi. Deve, innanzitutto, rispettare il cliente evitando di influenzare le sue scelte oltreché porre molta attenzione nell'intuire se la persona ha bisogno di altre soluzioni diverse dal coaching quali, per esempio, la terapia. Non deve, inoltre, infrangere la regola della segretezza: nulla di quello che viene detto tra coach e cliente può essere raccontato.

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